(Il mio Nurburgring)
I Love ‘Ring – EVO n° 074 – giugno 2010
Testo originale:
Ho sempre avuto fin da piccolo una passione smodata per le Automobili, quelle con la A maiuscola sia nella forma che nello spirito, e per il Storia dell’Automobilismo anche dal punto di vista industriale.
Però, come capitò a quasi tutti negli anni ’90 e anche oggi, superi la trentina, ti sposi, ti arriva un figlio e l’ambiente circostante comincia a chiederti cosa ci fai ancora con la piccola 3 porte nipponica coupettosa che supera i 7.000 giri, ma non ha bagagliaio e dietro si fa fatica a salire.
Vorresti resistere, vorresti dire “ma come, io sono nato su una Fiat 850 Coupè e adesso mi fate storie per una macchina che sembra un transatlantico al suo confronto?”
Ma il nemico è in casa, il nemico sobilla chi condivide il tuo letto e alla fine si cede, no… il monovolume NO, però una bella Golf, grigia e a 5 porte, è il primo passo verso quella (presunta) normalità elettrodomestica che il Sistema reclama.
Poi nel 2000 succede il miracolo, l’evento che cambia una storia che pare già scritta e scontata. Comincio a frequentare un News Group che si chiama It.Discussioni.Auto frequentato da pazzi, schegge impazzite che all’epoca parlavano di pista e che la domenica non si trovano per andare a far i pic-nic con i suoceri, ma per stare sulle tribune dell’Ascari di Monza.
Frequentando questa gente decido di riappropriarmi del mio Piacere di Guida, rifilo la Golf a mio padre e mi compro, probabilmente unico in Italia, l’unica auto nuova a Trazione Posteriore compatibile con le mie possibilità e il rifiuto di qualsiasi cosa che assomigliasse a una berlina e il trasporto di moglie e figlio di 1 anno: la Serie 3 Compact, a benzina pure! E finalmente, considerato che non avevo neppure l’ESP essendo probabilmente la mia una delle ultime auto “analogiche” di serie uscite dalle catene di montaggio BMW , re- imparo a Guidare e non ad essere guidato, a muovere acceleratore e volante solo quando è necessario, a sentire la macchina in un modo che nessuna Trazione Anteriore o Integrale potrà mai eguagliare.
E’ il 2003 e sono maturo per il Grande Passo, una fugace comparsata a Varano che mi lascia insoddisfatto e per il ponte di Ferragosto organizzo con mia moglie una settimana in Germania con obiettivo finale ad Amsterdam.
Mi sono avvicinato con pudore e timore reverenziale alla grandezza del Nurburgring, sono abbastanza vecchietto da aver visto in diretta televisiva l’incidente di Lauda e dai racconti dei miei amici che ci erano già stati la sfida si preannunciava decisamente impegnativa.
”Un giro, per vedere l’effetto che fa e poi partiamo subito per Amsterdam” dissi a mia moglie al mattino svegliandomi nella bucolica atmosfera della nostra gasthouse immersa nella verde vallata di Herschborich.
Ad Amsterdam non ci andammo, sono passati 7 anni è i giri sono diventati più di 100 in 18 trasferte.
Chi gira seriamente sulla Nordschleife avrà già notato che il rapporto trasferte al Nurburgring / giri fatti è fuori da ogni logica. In realtà la logica risiede nel mio particolare rapporto con l’Inferno Verde che non è solo Pista, ma anche viaggio, turismo, relax, cultura per tutta la famiglia perché io ci sono sempre andato con moglie e figlio.
Se avessi impostato fin da subito una visione “cricetistica” (come dice la Limitatrice) delle mie trasferte al Ring probabilmente, come tanti che conosco, adesso avrei mollato, non avrei più voglia o non avrei più il Sacro Fuoco. Invece mi sono sempre accostato al Ring come una bottiglia di quello buonissimo, da gustare poco a poco, centellinare e conservare per i momenti preziosi, le occasioni importanti.
Ho anche cercato di vivere e far vivere alla mia famiglia un vera atmosfera di vacanza per cui non fosse un peso seguirmi e assecondare le mie anomale voglie, ma anzi un giro con il papà fin dall’età di tre anni, legato nel seggiolino, sia fonte di soddisfazione come essere al Luna Park. Ho passato ore insieme a mia moglie, quelle di chiusura della pista, a fare i compiti del we ai tavoli o ai videogiochi nell’ingresso del vecchio Gruhe Holle e ho passato giorni a fare il turista nei vari borghi e castelli della Valle del Reno e della Mosella.
Ce l’ho fatta, purtroppo di Italiani che vivono il Ring così ce n’è pochi, mentre i primi anni era facilissimo incontrare nel parcheggio della Nordschleife passeggini e bimbi e mamme (ovviamente biondi). Ovviamente con la piccola accortezza di evitare luoghi troppo affollati e pieni di “criceti”: quindi la sera molto meglio l’Argentinien sulla pietra calda alla Fontana di Adenau che al Pistenclausen e a pranzo una bella pizza o pasta all’Aviano di Adenau che il piatto “alla tedesca” al Gruhe Holle
Purtroppo oggi non è più così, il Nurburgring è decisamente meno “casereccio” rispetto a quello dei primi anni 2000 e se una volta mi limitavo (con fatica!) a fare 4 giri al giorno, oggi nel periodo estivo è già difficile riuscire a farli fra un incidente, una chiusura un carro attrezzi che esce e un ambulanza che entra. Molta gente oggi, richiamata dal mito mediatico, si accosta al Nordschleife senza il necessario Rispetto e Preparazione e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Ma la Passione non si è spenta, tutt’oggi scelgo le mie auto con il duplice scopo di usarle con tutto l’anno con la famiglia e di non sembrare il Buon Padre di Famiglia che porta l’elettrodomestico in pista tutte le volta che infilo la card e si alza la sbarra su quello che è Il Più Bel Circuito del Mondo. Ho una BMW Serie 1 ma ormai, visto il traffico e il fatto che sempre più spesso capita di incontrare gente che scambia la Circolazione Turistica sul Nordschleife come una buona occasione per far fare vacanza ai proprio neuroni e senso di responsabilità, affitto le auto da RentRaceCar.de dove il buon Theo tutte le volte che mi vede mi ricorda di quella volta che con una sua 325i ho fatto un bel 180° e mi sono ritrovato contromano ad Adenau Forst e sono tornato da lui sul carro attrezzi con un pneumatico dechappato e un cerchio piegato, ma senza aver fatto danni alla pista o essere stato centrato da qualcuno.
Esperienza, tutta esperienza. Fino a che non esci con il carro attrezzi, non espleti tutta la trafila da parte dei commissari, non ti esponi al pubblico ludibrio, non ti arriva a casa la raccomandata con il Logo del Ring che ti chiedono il costo dell’intervento del Marshall che è stato lì a sbandierare a bordo pista mentre mi caricavano, non puoi dire di conoscere totalmente il Ring.
Quindi, il mio futuro? Sempre al Ring? Esiste altro?
Cristiano F. aka Dr. Pianale