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Posts Tagged ‘Compact’

Mercedes-Benz Classe CLC (CL203)

Posted by Dr. Pianale su 27 gennaio 2008

Mercedes-Benz Classe CLC (CL203)

http://it.wikipedia.org/wiki/Mercedes-Benz_Classe_CLC

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(2008 –> 2011)

Tipo principale: coupé

Produzione: dal 2008 al 2011

Sostituisce la: Mercedes-Benz Classe C SportCoupé

Lunghezza: 450 mm

Larghezza: 1.730 mm

Altezza: 1.410 mm

Passo: 2.720 mm

Massa: Da 1.400 a 1.475 kg

Assemblaggio: Juiz de Fora, Brasile

Stessa famiglia
Mercedes-Benz W203
Mercedes-Benz W209
Mercedes-Benz R171

Concorrenti
Alfa Romeo GT
BMW Serie 1 Coupé
Renault Mégane III Coupé
Volkswagen Scirocco
Volvo C30

La Classe CLC (o semplicemente CLC) è un’automobile coupé di fascia media prodotta e commercializzata da Mercedes-Benz dal 2008 al 2011. Rappresenta l’evoluzione della Mercedes-Benz Classe C Sportcoupè, che era sul mercato dal 2000 e aveva ottenuto un tiepido riscontro da parte del pubblico.

Storia

La continuità tra la CLC ed il modello che l’ha preceduta è evidente non solo dalle forme generali della carrozzeria e dagli schemi meccanici adottati, ma addirittura dalla sigla di progetto, che anche in questo caso rimane immutata: CL203.

Nella primavera del 2008, la SportCoupé subisce una serie di rivisitazioni molto marcate rispetto a quanto accaduto con il restyling occorso alla SportCoupé stessa nel 2004. Questa volta, oltre alle novità esteriori e di meccanica, vi è anche un cambio nella denominazione, che diviene CLC, o meglio, Classe CLC. Strutturalmente, la vettura è la stessa, in quanto il pianale e la meccanica rimangono quelli della Classe C W203, ma esteriormente, cambiano soprattutto il frontale, stilisticamente ispirato a quello della Classe C W204, entrata in produzione l’anno prima, e la coda, che sfoggia nuovi gruppi ottici più avvolgenti, a forma di falce ed a sviluppo orizzontale. Sempre in coda, va notata anche un’altra novità, vale a dire il lunotto non più in due pezzi, ma in un pezzo unico.

Il ridisegnamento di frontale e coda ha comportato un allungamento del corpo vettura, passato dai precedenti 4.343 m della SportCoupé a 4.448 m di lunghezza per il nuovo modello.

Date queste caratteristiche, meccanicamente e strutturalmente la CLC è una delle vetture più datate della gamma Mercedes-Benz alla vigilia degli anni ’10 del Duemila. L’unica novità di rilievo dal punto di vista tecnico sta nell’arrivo del dispositivo di sterzata attiva, disponibile di serie solo nell’allestimento Sport, il più completo. Gli altri due allestimenti sono denominati SC e Chrome e non prevedono lo sterzo attivo nella dotazione standard.

Internamente, sembra di trovarsi a bordo della precedente SportCoupé, dal momento che a grandi linee non vi sono state grosse novità, se non nel ridisegnamento della strumentazione, in chiave più moderna, ed anche della consolle centrale, in particolare per quanto riguarda l’impianto hi-fi e di navigazione.

Al suo debutto, la CLC è disponibile praticamente nelle stesse motorizzazioni che hanno visto la SportCoupé uscire di produzione. L’unica differenza stava nella nuova CLC 200 Kompressor, il cui motore da 1.8 litri (lo stesso della precedente C200 Kompressor SportCoupé) è stato portato da 163 a 184 CV. Si tratta dell’unico punto di contatto con la gamma delle berline W204.

In definitiva, quindi, questa era la gamma di esordio della CLC:

  • CLC 180 Kompressor, con motore 1.8 sovralimentato da compressore volumetrico ed in grado di erogare 143 CV;
  • CLC 200 Kompressor, che monta lo stesso motore della CLC 180, ma con potenza massima di 184 CV;
  • CLC 230 V6, equipaggiata dal V6 aspirato da 2.5 litri con 204 CV di potenza massima;
  • CLC 350 V6, equipaggiata da V6 aspirato da 3.5 litri e 272 CV;
  • CLC 200 CDI, equipaggiata dal turbodiesel common rail da 2.2 litri e 122 CV;
  • CLC 220 CDI, equipaggiata dallo stesso motore della CLC 200 CDI, ma portato a 150 CV.

La totalità della gamma è prevista di serie con il consueto cambio manuale a 6 rapporti: per le versioni con motore a 4 cilindri è disponibile a richiesta un cambio automatico a 5 rapporti, mentre le versioni con motore V6 possono essere richieste con il più moderno cambio 7G-Tronic a 7 rapporti.

Evoluzione della CLC

Nel 2009 si hanno le prime novità: la CLC 230 cambia nome e diventa CLC250, ma senza altre variazioni di rilievo. Nello stesso anno la gamma si arricchisce con l’arrivo della nuova versione di base, la CLC 160 BlueEfficiency, un 1.6 molto economo ed in grado di erogare 129 CV di potenza massima.

Nel 2010, nell’ottica di un vicino pensionamento del modello, le versioni a gasolio vengono tolte dalla vendita in alcuni mercati, tra cui quello tedesco, ma non in altri, tra cui quello italiano. Nel nostro Paese, quindi, le CLC diesel continuano ad essere commercializzate.

La produzione della CLC termina nel febbraio 2011: gli ultimi esemplari vengono fatti smaltire fino alla tarda primavera

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BMW 325ti Compact Sport

Posted by Dr. Pianale su 12 gennaio 2007

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BMW Serie 1 E87 vs BMW Serie 3 Compact E46

Posted by Dr. Pianale su 12 gennaio 2007

BMW Serie 1 E87 vs BMW Serie 3 Compact E46

Ciao a tutti

Grazie a Devis e alla sua stupenda 325ti Imola Rot con allestimento Sport Individual è stato possibile questo confronto fra mamma e figlia 

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BMW 3 Compact M Sport vs Audi S3

Posted by Dr. Pianale su 2 marzo 2004

BMW Serie 3 Compact M Sport E46 vs Audi S3 I

 

Fotografate: Monza – Circolazione Turistica – 02/02/2004

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BMW Serie 3 Compact E36 vs Serie 3 Compact E46

Posted by Dr. Pianale su 8 dicembre 2003

BMW Serie 3 Compact E36 vs BMW Serie 3 Compact E46

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BMW 320td E46 Compact Comfort

Posted by Dr. Pianale su 13 agosto 2002

Prova BMW 320td Compact Comfort

(AutoOggi 13/08/2002)

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BMW Serie 3 Compact E46 vs Opel Astra G

Posted by Dr. Pianale su 5 Maggio 2002

Opel Astra G vs BMW 3 Compact E46

 
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BMW 318ti Compact City E46 (01/2002 –> 12/2004)

Posted by Dr. Pianale su 15 gennaio 2002

(Le mie Auto)

BMW 318ti Compact City E46/5 Flamenco Rot

16b54a87c81c009d6add8c0c917cb7341[10]Auto precedente: Volkswagen Golf IV 1.6 HL 5p <-> Auto successiva: BMW 120d 5p E87 

http://it.wikipedia.org/wiki/BMW_Serie_3_Compact#La_Serie_3_E46.2F5

Optional:

  • Assetto Sportivo
  • Clima Automatico
  • Computer di Bordo
  • Allestimento Porta Oggetti
  • Flamenco Rot metallizzato

BMW 318ti Compact


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Ritiro dell’auto da BMW Milano: 15/01/2002

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Mercedes-Benz Classe C SportCoupé (CL203)

Posted by Dr. Pianale su 1 novembre 2000

Mercedes-Benz Classe C SportCoupé (CL203)

http://it.wikipedia.org/wiki/Mercedes-Benz_Classe_C_SportCoup%C3%A9

(2000 –> 2008)

Tipo principale: Berlina

Produzione: dal 2000 al 2008

Sostituisce la: [[]]

Sostituita da: Mercedes-Benz Classe CLC

Esemplari prodotti: circa 320 mila

Lunghezza: 4.343 mm

Larghezza: 1.728 mm

Altezza: 1.406 mm

Passo: 2.715 mm

Massa: 1.390-1.515 kg

Stessa famiglia
Mercedes-Benz W203
Mercedes-Benz W209
Mercedes-Benz R171

Concorrenti
Alfa Romeo GT
BMW Serie 3 Compact

La Classe C SportCoupé é un’autovettura coupé di fascia media, prodotta dal 2000 al 2008 dalla Casa automobilistica tedesca Mercedes-Benz e corrispondente alla prima serie della vettura nota anche con la sigla di progetto CL203.

Storia

Era già dall’avvento della prima Classe C, la serie W202, che la Casa tedesca aveva come proposito quello di derivare dalla berlina di base una coupé dalle dimensioni più compatte che avrebbe dovuto inserirsi al di sotto della CLK e che avrebbe dovuto dar battaglia alla prima serie della BMW Serie 3 Compact, un modello che peraltro stava avendo vita difficile per conto suo, vista la scarsità di consensi che stava ottenendo. Con la serie W202, però, non avvenne alcun ulteriore sviluppo, se non quelli destinati a sfociare in altri tipi di sportive, la CLK W208 e la SLK R170. Il progetto che avrebbe portato alla nuova sportiva compatta venne quindi rinviato ad alcuni anni dopo, per arrivare a compimento nell’autunno del 2000, quando fece il suo debutto in Germania.
La cifra numerica che compone la sigla di progetto, non solo tradisce chiaramente la parentela tecnica della nuova coupé con la berlina W203, ma dichiara apertamente che ci si trova di fronte ad una vettura da considerare come una versione coupé della Classe C, tant’è vero che la denominazione ufficiale stabilita all’epoca del debutto fu Classe C SportCoupé.

Estetica ed interni

La parentela con la gamma W203, comunque, non era solo tecnica, ma anche stilistica. Anzi, osservando il frontale della SportCoupé, si nota che è praticamente identico a quello della berlina da cui deriva, poiché si ritrovano i fari tondi incrociati (un elemento che si ritroverà ancora in altri modelli Mercedes-Benz) e la calandra trapezoidale a listelli orizzontali. In realtà, però, anche la parte anteriore è stata oggetto di numerose rivisitazioni, anche se tutte molto fini e poco visibili. Ridisegnati, per esempio, erano il paraurti ed i fari anteriori. La modifica più evidente nel muso sta nella stella a tre punte, spostata dalla punta del cofano motore (al cui posto è rimasto un piccolo stemmino) al centro della calandra, dove è anche cresciuta di dimensioni. La vista laterale, invece, offre novità più visibili, anche se concentrate in gran parte dietro il montante centrale del corpo vettura. Innanzitutto il fatto di essere una coupé, comporta anche il fatto che le portiere siano più grandi rispetto alle portiere anteriori della berlina di base. Risulta quindi più arretrato anche il montante centrale stesso, dietro il quale spicca l’inedita coda dal design specifico, che fa apparire l’insieme quasi come una berlina a due volumi e mezzo e a tre porte. La coda appare ancor più inedita come design se si osserva direttamente la parte posteriore, dominata dai grandi fari trapezoidali e dal lunotto diviso in due parti. Stranamente, però, quest’ultimo non dispone del tergicristallo.
Gli interni offrono una discreta abitabilità, persino nella zona posteriore, e questo è stato possibile grazie al fatto che il pianale condiviso con la W203 non ha subito riduzioni nel passo, che è rimasto così tale e quale a quello della più grande e comoda Classe C. Se poi si aggiungeva il tetto panoramico in cristallo, l’ambiente acquisiva anche una notevole luminosità. In ogni caso, la SportCoupé è omologata per quattro persone. Il posto guida è ergonomico e tutti i comandi sono a portata di mano e facilmente raggiungibili. Molti di questi sono raggruppati nel volante multifunzione. In generale, la plancia riprende nel disegno quanto già visto nella W203, anche se con leggere variazioni. All’occorrenza, la SportCoupé consente anche il carico di oggetti ingombranti abbattendo lo schienale posteriore e portando la capacità di carico da 310 a 1100 litri.

Struttura e meccanica

Il lavoro che portò alla realizzazione della CL203 non consistette semplicemente al taglio della coda di una W203. Se infatti da un lato le principali caratteristiche tecniche della W203 furono riproposte anche nella coupé compatta, è anche vero che i progettisti hanno dovuto fare i conti con la redistribuzione dei pesi sui due assi e con l’eventuale indebolimento generale della struttura della vettura. È stata quindi necessaria una revisione generale della scocca, onde evitare l’insorgere di eventuali scompensi strutturali. Sono comunque presenti anche caratteristiche tipiche della W203, come per esempio i crash-box anteriori, ossia degli elementi in acciaio che hanno la funzione di assorbire i piccoli urti.
Gli schemi delle sospensioni della CL203 derivavano direttamente dalla berlina a tre volumi, con la differenza che in questo caso sono stati scelti ammortizzatori più rigidi. Il tutto per conferire un piglio più sportivo alla CL203 rispetto alla W203.
Ovviamente l’impianto frenante è a dischi (autoventilanti davanti e pieni dietro), così come è altrettanto ovvia la presenza oramai irrinunciabile, specie su vetture di questo rango, dei dispositivi ABS, ESP, l’antislittamento ASR e l’assistenza elettronica alla frenata d’emergenza.

Debutto della SportCoupé

La SportCoupé fece il suo debutto nell’ottobre del 2000, mentre in Italia sarebbe arrivata solo nel marzo dell’anno seguente: le motorizzazioni disponibili al lancio furono quattro:

  • C180 SportCoupé: motore da 2 litri aspirato con 129 CV di potenza massima;
  • C200 SportCoupé Kompressor: motore da 2 litri sovralimentato da compressore volumetrico, con 163 CV;
  • C230 SportCoupé Kompressor: motore da 2.3 litri sovralimentato da compressore volumetrico, con 197 CV;
  • C220 CDI SportCoupé: motore turbodiesel common rail da 2.2 litri e 143 CV.

La SportCoupé è la prima coupé del segmento premium a proporre anche una motorizzazione diesel. Le coupé che proponevano all’epoca motori diesel erano costruite fino a quel momento solo da Case generaliste (Renault, Peugeot, ecc.). Dopo questo exploit, anche altre Case si cimenteranno in tale particolari applicazioni.
In ogni caso, tutti i motori proposti erano accoppiati con un cambio manuale a 6 marce. A richiesta, però, era possibile avere il cambio Sequentronic a 6 rapporti, che poteva funzionare in due modalità: meccanico ad innesti sequenziali oppure totalmente automatico. Come ulteriore alternativa si poteva avere il classico automatico NAG a 5 rapporti.

Evoluzione della SportCoupé

La produzione venne quindi avviata in pompa magna, anche se non mancarono critiche relative al prezzo troppo alto.
Nel 2002 vi furono diverse novità: prima di tutto, alla base della gamma, la C180 venne sostituita dalla C180 Kompressor, dotata dello stesso motore della C200 Kompressor, ma depotenziato a 143 CV. Lo stesso motore venne montato anche sulla C230 Kompressor, ma la potenza venne portata a 192 CV, pensionando quindi il precedente 2.3 sovralimentato. Inoltre, debuttarono due nuovi modelli al top della gamma: la C320 V6 SportCoupé, con un motore da 3.2 litri e 218 CV, e la C30 CDI AMG SportCoupé, dotata di un 3 litri turbodiesel da 231 CV, lo stesso che equipaggiava la C30 CDI AMG berlina. Tale versione era equipaggiata con un cambio automatico NAG a 5 rapporti.
Nel 2003 la quasi totalità della gamma venne proposta in tre livelli di allestimento: Classic, Elegance ed Avantgarde. Le sole ad essere proposte nei soli allestimenti Elegance ed Avantgarde furono la C320 V6 e la C30 CDI AMG. Contemporaneamente debuttò la C200 CGI SportCoupé, praticamente una C200 Kompressor con alimentazione ad iniezione diretta: qui la potenza massima raggiungeva i 170 CV. Un’altra novità fu la C32 AMG SportCoupé, equipaggiata da un 3.2 litri a benzina con compressore volumetrico e potenza massima di ben 354 CV. Tale versione, però, non venne importata in Italia. Un altro modello non destinato inizialmente al nostro Paese fu la C200 CDI SportCoupé, mossa da una versione depotenziata del 2.2 litri turbodiesel già presente nella C220 CDI, e che in questo caso vedeva la sua potenza massima fermarsi a 122 CV.
Nel marzo del 2004 vi fu il restyling, in concomitanza con quello della gamma W203/S203: lievissime le modifiche esterne apportate, come per esempio i fari anteriori con cristalli trasparenti ed alcuni aggiornamenti al paraurti anteriore. In questa occasione, la C200 CDI SportCoupé venne proposta anhe per il mercato italiano, mentre la C220 CDI vide la sua potenza lievitare a 150 CV.
Nel 2005, vi furono diverse novità: alla base della gamma venne introdotta la C160 SportCoupé, spinta da un 1.8 aspirato da 122 CV; la C230 Kompressor venne rimpiazzata dalla C230 V6 SportCoupé, mossa da un V6 da 2.5 litri e da 204 CV di potenza massima. Inoltre, la C320 V6 e la C32 AMG vennero sostituite da un modello intermedio, la C350 V6 con motore da 3.5 litri e 272 CV. Infine, scomparvero dal listino la C30 CDI AMG e la C200 CGI, senza essere più sostituite da alcun altro modello.
Nel 2006 venne tolta di produzione la C160: da quel punto in poi, la gamma non subì più particolari aggiornamenti e rimase invariata fino alla primavera del 2008, quando subentrò la nuova gamma CL203, denominata CLC. In poco più di sette anni di produzione, dalle linee di montaggio sono usciti circa 320 mila esemplari di CL203 C-Sportcoupè.

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Mercedes-Benz VRC “Vario”

Posted by Dr. Pianale su 9 marzo 1995

Mercedes-Benz VRC (Vario Research Car)

(1995)

 (articolo originale in inglese: http://www.microsofttranslator.com/BV.aspx?ref=IE8Activity&a=http%3A%2F%2Fmercedes-benz-blog-trivia.blogspot.com%2F2010%2F02%2Fmercedes-benz-blog-trivia-four-cars.html )

– Variabile carrozzeria: berlina, station wagon, cabrio o pick-up

– Un risultato di ricerche nel futuro – e parte di un nuovo concetto di mobilità

– La prima vettura Mercedes-Benz di ricerca con-by-wire tecnica di azionamento

– Prove di numerosi sistemi di assistenza

Quattro auto tutto in uno – variabilità era molto alla ribalta quando Mercedes-Benz ha sviluppato il concetto della ricerca Vario Car (VRC), che ha celebrato il suo acclamato debutto molto al Salone di Ginevra (9 marzo – 19, 1995). Il VRC può essere convertita in un diverso tipo di auto in pochi minuti.
Non importa che tipo di viaggio, non avrete bisogno di più di un auto, grazie alla variabilità delle Vario Research Car la carrozzeria. Qualunque sia l’attività, l’auto giusta è disponibile: una berlina durante la settimana, una station wagon con ampio spazio per i bagagli per i viaggi di vacanza, una decappottabile per piacevoli gite-top aperto in estate e un pick-up per il trasporto di carichi ingombranti sulla sua piattaforma aperta.
Mercedes-Benz ha risolto il compito con una vettura a due porte compatta, con un pezzo sovrastruttura quella che consiste di tetto, pareti laterali e parte posteriore. Questa sovrastruttura può essere sollevato e facilmente sostituita da un’altra variante in soli 15 minuti.
L’idea era che i clienti non sono proprietari delle diverse stesse sovrastrutture, ma prendere la propria auto ad una stazione di noleggio dove sovrastrutture vengono scambiati dai tecnici di servizio mentre i clienti stanno avendo una tazza di caffè.  Dopo pochi minuti, i clienti sono in grado di continuare il viaggio. Spetta a loro decidere per quanto tempo desiderano utilizzare una sovrastruttura specifica come il sistema di noleggio è altrettanto flessibile come la stessa auto.
Sviluppo della Ricerca Vario Car è stato richiesto da una ricerca verso il futuro. Secondo quest’ultimo la prognosi, la gente avrà più tempo libero a loro disposizione e trascorrere questo tempo libero impegnandosi in diverse attività molto. E si potranno selezionare le loro auto con le attività del tempo libero e di uso quotidiano in mente. Mantenere piccola flotta propria, tuttavia, essere antieconomico. Questo è dove il Vario ricerca auto Mercedes-Benz entra in scena.
Essendo una macchina di ricerca, il VRC inoltre servita allo scopo di verificare diverse caratteristiche orientate ingegneria-futuro. Alcune di queste, ovviamente, legati allo scambio di sovrastrutture. Questo scambio deve essere eseguito facilmente, resa possibile dalla interazione di diversi componenti. I tecnici di servizio inferiore della sovrastruttura sul telaio, motori elettrici tirarlo nella sua posizione finale e speciali serrature e solenoidi forte tenerlo in posizione a otto punti di fissaggio.
Per i collegamenti elettrici sul retro, che differiscono a seconda del tipo di sovrastruttura, un connettore centrale con l’identificazione automatica è fornito. Quando la sovrastruttura station wagon è montato, per esempio, il tergicristallo posteriore dello schermo e ai lavacristallo sono collegati al circuito elettrico.
Le sovrastrutture sono leggeri e robusti – il risultato del lavoro di ingegneria che comprende la sperimentazione di nuovi materiali nel settore della ricerca Vario Car. I corpi sono fatti di alta tecnologia CFRP, carbonio rinforzata con fibra di plastica.  In confronto con l’alluminio, fibra di carbonio è 25 percento più leggero e distingue per la sua alta resistenza. Le sovrastrutture pendere la bilancia a soli tra 30-50 kg ciascuno, fornendo alti livelli di stabilità e resistenza agli urti nonostante la loro leggerezza.
Inoltre, il Vario ricerca auto è stata usata per la verifica delle ruote motrici anteriori in una Mercedes-Benz, unito in questo caso con una variabile cambio automatico continuo, così come per la prova Active Body Control (ABC), destinati a migliorare la gestione della sicurezza e comfort.
La cabina di guida dispone di un display a colori che fornisce al guidatore tutte le informazioni necessarie. Operando sull’attuatore rotante nella console centrale, il guidatore può selezionare le voci del menu desiderato, tra cui non solo giri motore, computer di bordo e di misurazione del viaggio, ma anche raccomandazioni percorso dal sistema di navigazione a bordo – lungi dall’essere una questione di corso nel 1995, la anno in cui il VRC è stato presentato.  Una caratteristica speciale è la chiamata di sicurezza display-così, con un cerchio verde fino a quando il conducente osserva il limite di velocità specificato. Il colore e la forma del simbolo di cambiamento quando lui o lei guida veloce o non mantenere il margine di sicurezza corretti dal veicolo che precede: il cerchio diventa un ellisse giallo o un triangolo rosso ad indicare una velocità troppo alta o troppo poco margine di sicurezza, rispettivamente. Per questa funzione, il sistema elettronico di bordo è associato, tra l’altro, con la regolazione radar di prossimità e sistemi di controllo di trazione.
Tra le altre cose, mostra le istruzioni di regolazione per il condizionamento dell’aria e il sistema di navigazione. Durante una sosta di rifornimento, il conducente è informato anche se la pressione dei pneumatici, livello olio motore, livello del liquido di raffreddamento, liquido tergicristalli livello lamella o il sistema di illuminazione bisogno di essere curato. È interessante notare che la selezione delle funzioni aggiuntive è bloccato per il conducente in movimento in modo da non rimettere in discussione gli da ciò che accade sulla strada. A tal fine, l’attuatore rotante è in grado di “sentire” se viene a contatto con la mano sinistra (passeggero anteriore) o una mano destra (driver).
Il Vario ricerca auto era l’auto prima ricerca da Mercedes-Benz con-by-wire tecnica di azionamento, compresa ad esempio l’azionamento elettrico di frenata e senza connessioni meccaniche tra il volante e conducente mani o tra il pedale del freno e del conducente piede. Tuttavia, la sperimentazione di questa tecnologia non costituisce un compito prioritario del VRC – l’attenzione era chiaramente sulla variabilità della carrozzeria. E ‘questa variabilità che rende l’unica vettura – e insuperabile a questo giorno.

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Storia delle Mercedes compatte

Posted by Dr. Pianale su 9 marzo 1995

Storia delle Mercedes compatte

Ciao a tutti

Questo mio post per essere compreso meglio andrebbe letto insieme a Storia delle BMW compatte perché le vicende che legano Mercedes e BMW in quello che oggi potremmo definire in modo generico “Segmento C” sono legate dal medesimo intento e difficoltà di offrire un prodotto adeguato alla concorrenza usando il maggior numero di condivisioni con il resto di gamma superiore.

E’ conseguenza di questa vera e propria esplorazione “pionieristica” che il segmento delle Compact Premium tedesche (come si chiamano ora Audi A3, BMW Serie 1 e la futura Classe A III) abbia avuto una storia decisamente travagliata e non lineare, soprattutto in Mercedes che nella sua storia centenaria non era mai scesa sotto il segmento D (a differenza di BMW e Audi).

Tralasciando l”esperimento” della BMW Serie 02 Touring E6 degli anni ‘70 a cui ne Audi e Mercedes contrapposero concorrenti, le prime proposte per realizzare delle Mercedes due volumi nacquero da dei carrozzieri tedeschi che sul finire degli anni ‘80 “compactarono” in modo artigianale la W201 .

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Più tardi, Mercedes stessa penso a una Classe C W202 Compact già dal 1991, ma la vera capostipite del segmento regolarmente in vendita è stata la BMW Serie 3 E36 Compact nel 1994. Macchina “ingenua” sotto molti aspetti perché derivata “accorciando” una segmento D, ma comunque un vero e proprio sasso nello stagno che portò nei due anni seguenti sia Mercedes che Audi a proporre una concorrente a BMW.

Non ci occupiamo qui di Audi che nel 1996 usò facilmente e economicamente il nuova pianale (segmento C “puro”) della VW Golf IV per creare la prima Audi A3, ma passiamo subito ad analizzare nel dettaglio quello che fece Mercedes nel 1995 per cercare di proporre una concorrente a BMW e Audi nel segmento, che però rimase solo allo stadio di prototipo fino alla nascita della Classe C SportCoupè nel 2001 (SportCoupè che dal punto di vista stilistico deve molto a una delle 4 varianti della Concept)

Mercedes-Benz VRC Vario

(Versatile Automotive Concepts)

(1995)

 (articolo originale in inglese: http://www.microsofttranslator.com/BV.aspx?ref=IE8Activity&a=http%3A%2F%2Fmercedes-benz-blog-trivia.blogspot.com%2F2010%2F02%2Fmercedes-benz-blog-trivia-four-cars.html )

– Variabile carrozzeria: berlina, station wagon, cabrio o pick-up

– Un risultato di ricerche nel futuro – e parte di un nuovo concetto di mobilità

– La prima vettura Mercedes-Benz di ricerca con-by-wire tecnica di azionamento

– Prove di numerosi sistemi di assistenza

Quattro auto tutto in uno – variabilità era molto alla ribalta quando Mercedes-Benz ha sviluppato il concetto della ricerca Vario Car (VRC), che ha celebrato il suo acclamato debutto molto al Salone di Ginevra (9 marzo – 19, 1995). Il VRC può essere convertita in un diverso tipo di auto in pochi minuti.
Non importa che tipo di viaggio, non avrete bisogno di più di un auto, grazie alla variabilità delle Vario Research Car la carrozzeria. Qualunque sia l’attività, l’auto giusta è disponibile: una berlina durante la settimana, una station wagon con ampio spazio per i bagagli per i viaggi di vacanza, una decappottabile per piacevoli gite-top aperto in estate e un pick-up per il trasporto di carichi ingombranti sulla sua piattaforma aperta.
Mercedes-Benz ha risolto il compito con una vettura a due porte compatta, con un pezzo sovrastruttura quella che consiste di tetto, pareti laterali e parte posteriore. Questa sovrastruttura può essere sollevato e facilmente sostituita da un’altra variante in soli 15 minuti.
L’idea era che i clienti non sono proprietari delle diverse stesse sovrastrutture, ma prendere la propria auto ad una stazione di noleggio dove sovrastrutture vengono scambiati dai tecnici di servizio mentre i clienti stanno avendo una tazza di caffè.  Dopo pochi minuti, i clienti sono in grado di continuare il viaggio. Spetta a loro decidere per quanto tempo desiderano utilizzare una sovrastruttura specifica come il sistema di noleggio è altrettanto flessibile come la stessa auto.
Sviluppo della Ricerca Vario Car è stato richiesto da una ricerca verso il futuro. Secondo quest’ultimo la prognosi, la gente avrà più tempo libero a loro disposizione e trascorrere questo tempo libero impegnandosi in diverse attività molto. E si potranno selezionare le loro auto con le attività del tempo libero e di uso quotidiano in mente. Mantenere piccola flotta propria, tuttavia, essere antieconomico. Questo è dove il Vario ricerca auto Mercedes-Benz entra in scena.
Essendo una macchina di ricerca, il VRC inoltre servita allo scopo di verificare diverse caratteristiche orientate ingegneria-futuro. Alcune di queste, ovviamente, legati allo scambio di sovrastrutture. Questo scambio deve essere eseguito facilmente, resa possibile dalla interazione di diversi componenti. I tecnici di servizio inferiore della sovrastruttura sul telaio, motori elettrici tirarlo nella sua posizione finale e speciali serrature e solenoidi forte tenerlo in posizione a otto punti di fissaggio.
Per i collegamenti elettrici sul retro, che differiscono a seconda del tipo di sovrastruttura, un connettore centrale con l’identificazione automatica è fornito. Quando la sovrastruttura station wagon è montato, per esempio, il tergicristallo posteriore dello schermo e ai lavacristallo sono collegati al circuito elettrico.
Le sovrastrutture sono leggeri e robusti – il risultato del lavoro di ingegneria che comprende la sperimentazione di nuovi materiali nel settore della ricerca Vario Car. I corpi sono fatti di alta tecnologia CFRP, carbonio rinforzata con fibra di plastica.  In confronto con l’alluminio, fibra di carbonio è 25 percento più leggero e distingue per la sua alta resistenza. Le sovrastrutture pendere la bilancia a soli tra 30-50 kg ciascuno, fornendo alti livelli di stabilità e resistenza agli urti nonostante la loro leggerezza.
Inoltre, il Vario ricerca auto è stata usata per la verifica delle ruote motrici anteriori in una Mercedes-Benz, unito in questo caso con una variabile cambio automatico continuo, così come per la prova Active Body Control (ABC), destinati a migliorare la gestione della sicurezza e comfort.
La cabina di guida dispone di un display a colori che fornisce al guidatore tutte le informazioni necessarie. Operando sull’attuatore rotante nella console centrale, il guidatore può selezionare le voci del menu desiderato, tra cui non solo giri motore, computer di bordo e di misurazione del viaggio, ma anche raccomandazioni percorso dal sistema di navigazione a bordo – lungi dall’essere una questione di corso nel 1995, la anno in cui il VRC è stato presentato.  Una caratteristica speciale è la chiamata di sicurezza display-così, con un cerchio verde fino a quando il conducente osserva il limite di velocità specificato. Il colore e la forma del simbolo di cambiamento quando lui o lei guida veloce o non mantenere il margine di sicurezza corretti dal veicolo che precede: il cerchio diventa un ellisse giallo o un triangolo rosso ad indicare una velocità troppo alta o troppo poco margine di sicurezza, rispettivamente. Per questa funzione, il sistema elettronico di bordo è associato, tra l’altro, con la regolazione radar di prossimità e sistemi di controllo di trazione.
Tra le altre cose, mostra le istruzioni di regolazione per il condizionamento dell’aria e il sistema di navigazione. Durante una sosta di rifornimento, il conducente è informato anche se la pressione dei pneumatici, livello olio motore, livello del liquido di raffreddamento, liquido tergicristalli livello lamella o il sistema di illuminazione bisogno di essere curato. È interessante notare che la selezione delle funzioni aggiuntive è bloccato per il conducente in movimento in modo da non rimettere in discussione gli da ciò che accade sulla strada. A tal fine, l’attuatore rotante è in grado di "sentire" se viene a contatto con la mano sinistra (passeggero anteriore) o una mano destra (driver).
Il Vario ricerca auto era l’auto prima ricerca da Mercedes-Benz con-by-wire tecnica di azionamento, compresa ad esempio l’azionamento elettrico di frenata e senza connessioni meccaniche tra il volante e conducente mani o tra il pedale del freno e del conducente piede. Tuttavia, la sperimentazione di questa tecnologia non costituisce un compito prioritario del VRC – l’attenzione era chiaramente sulla variabilità della carrozzeria. E ‘questa variabilità che rende l’unica vettura – e insuperabile a questo giorno.

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La Mercedes Vario rimarrà allo stadio di Concept stilistica, mentre molte delle sue innovazioni tecniche finiranno sul resto della gamma Mercedes, non ultima la Classe A che nascerà nel 1997 e che condividerà con la Vario la trazione anteriore.

Ma il successo di Audi A3 e la previsione del debutto sul mercato della seconda serie di BMW Compact (la E46) “costringono” Mercedes e non lasciar perdere di produrre un auto per quel segmento che con gli anni diventa sempre più importante e remunerativo

Dal 1995 al 2000 su viarie riviste appaiono diverse ricostruzioni, più o meno plausibili, di questa Mercedes che dovrebbe occupare il “buco” di gamma fra la Classe A e la Classe C.

E’ la stessa stampa tedesca (AutoBild, Auto Motor und Sport, ecc, ecc) a coniare il termine “Kompact Klasse” facendo riferimento a questa vettura nell’ambito della denominazione tradizionale delle vetture di Stoccarda.

I nomi ipotizzati per la vettura, oltre al “Classe B” (che finirà su un altra auto) erano “Classe CK” o direttamente “Classe K” (Kurtz = corto, compatto)

 

Mercedes-Benz Classe C SportCoupé CL203

(2000 –> 2008)

http://it.wikipedia.org/wiki/Mercedes-Benz_Classe_C_SportCoup%C3%A9

Tipo principale: Berlina

Produzione: dal 2000 al 2008

Sostituisce la: [[]]

Sostituita da: Mercedes-Benz Classe CLC

Esemplari prodotti: circa 320 mila

Lunghezza: 4.343 mm

Larghezza: 1.728 mm

Altezza: 1.406 mm

Passo: 2.715 mm

Massa: 1.390-1.515 kg

Stessa famiglia
Mercedes-Benz W203
Mercedes-Benz W209
Mercedes-Benz R171

Concorrenti
Alfa Romeo GT
BMW Serie 3 Compact

La Classe C SportCoupé é un’autovettura coupé di fascia media, prodotta dal 2000 al 2008 dalla Casa automobilistica tedesca Mercedes-Benz e corrispondente alla prima serie della vettura nota anche con la sigla di progetto CL203.

Storia

Era già dall’avvento della prima Classe C, la serie W202, che la Casa tedesca aveva come proposito quello di derivare dalla berlina di base una coupé dalle dimensioni più compatte che avrebbe dovuto inserirsi al di sotto della CLK e che avrebbe dovuto dar battaglia alla prima serie della BMW Serie 3 Compact, un modello che peraltro stava avendo vita difficile per conto suo, vista la scarsità di consensi che stava ottenendo. Con la serie W202, però, non avvenne alcun ulteriore sviluppo, se non quelli destinati a sfociare in altri tipi di sportive, la CLK W208 e la SLK R170. Il progetto che avrebbe portato alla nuova sportiva compatta venne quindi rinviato ad alcuni anni dopo, per arrivare a compimento nell’autunno del 2000, quando fece il suo debutto in Germania.
La cifra numerica che compone la sigla di progetto, non solo tradisce chiaramente la parentela tecnica della nuova coupé con la berlina W203, ma dichiara apertamente che ci si trova di fronte ad una vettura da considerare come una versione coupé della Classe C, tant’è vero che la denominazione ufficiale stabilita all’epoca del debutto fu Classe C SportCoupé.

Estetica ed interni

La parentela con la gamma W203, comunque, non era solo tecnica, ma anche stilistica. Anzi, osservando il frontale della SportCoupé, si nota che è praticamente identico a quello della berlina da cui deriva, poiché si ritrovano i fari tondi incrociati (un elemento che si ritroverà ancora in altri modelli Mercedes-Benz) e la calandra trapezoidale a listelli orizzontali. In realtà, però, anche la parte anteriore è stata oggetto di numerose rivisitazioni, anche se tutte molto fini e poco visibili. Ridisegnati, per esempio, erano il paraurti ed i fari anteriori. La modifica più evidente nel muso sta nella stella a tre punte, spostata dalla punta del cofano motore (al cui posto è rimasto un piccolo stemmino) al centro della calandra, dove è anche cresciuta di dimensioni. La vista laterale, invece, offre novità più visibili, anche se concentrate in gran parte dietro il montante centrale del corpo vettura. Innanzitutto il fatto di essere una coupé, comporta anche il fatto che le portiere siano più grandi rispetto alle portiere anteriori della berlina di base. Risulta quindi più arretrato anche il montante centrale stesso, dietro il quale spicca l’inedita coda dal design specifico, che fa apparire l’insieme quasi come una berlina a due volumi e mezzo e a tre porte. La coda appare ancor più inedita come design se si osserva direttamente la parte posteriore, dominata dai grandi fari trapezoidali e dal lunotto diviso in due parti. Stranamente, però, quest’ultimo non dispone del tergicristallo.
Gli interni offrono una discreta abitabilità, persino nella zona posteriore, e questo è stato possibile grazie al fatto che il pianale condiviso con la W203 non ha subito riduzioni nel passo, che è rimasto così tale e quale a quello della più grande e comoda Classe C. Se poi si aggiungeva il tetto panoramico in cristallo, l’ambiente acquisiva anche una notevole luminosità. In ogni caso, la SportCoupé è omologata per quattro persone. Il posto guida è ergonomico e tutti i comandi sono a portata di mano e facilmente raggiungibili. Molti di questi sono raggruppati nel volante multifunzione. In generale, la plancia riprende nel disegno quanto già visto nella W203, anche se con leggere variazioni. All’occorrenza, la SportCoupé consente anche il carico di oggetti ingombranti abbattendo lo schienale posteriore e portando la capacità di carico da 310 a 1100 litri.

Struttura e meccanica

Il lavoro che portò alla realizzazione della CL203 non consistette semplicemente al taglio della coda di una W203. Se infatti da un lato le principali caratteristiche tecniche della W203 furono riproposte anche nella coupé compatta, è anche vero che i progettisti hanno dovuto fare i conti con la redistribuzione dei pesi sui due assi e con l’eventuale indebolimento generale della struttura della vettura. È stata quindi necessaria una revisione generale della scocca, onde evitare l’insorgere di eventuali scompensi strutturali. Sono comunque presenti anche caratteristiche tipiche della W203, come per esempio i crash-box anteriori, ossia degli elementi in acciaio che hanno la funzione di assorbire i piccoli urti.
Gli schemi delle sospensioni della CL203 derivavano direttamente dalla berlina a tre volumi, con la differenza che in questo caso sono stati scelti ammortizzatori più rigidi. Il tutto per conferire un piglio più sportivo alla CL203 rispetto alla W203.
Ovviamente l’impianto frenante è a dischi (autoventilanti davanti e pieni dietro), così come è altrettanto ovvia la presenza oramai irrinunciabile, specie su vetture di questo rango, dei dispositivi ABS, ESP, l’antislittamento ASR e l’assistenza elettronica alla frenata d’emergenza.

Debutto della SportCoupé

La SportCoupé fece il suo debutto nell’ottobre del 2000, mentre in Italia sarebbe arrivata solo nel marzo dell’anno seguente: le motorizzazioni disponibili al lancio furono quattro:

  • C180 SportCoupé: motore da 2 litri aspirato con 129 CV di potenza massima;
  • C200 SportCoupé Kompressor: motore da 2 litri sovralimentato da compressore volumetrico, con 163 CV;
  • C230 SportCoupé Kompressor: motore da 2.3 litri sovralimentato da compressore volumetrico, con 197 CV;
  • C220 CDI SportCoupé: motore turbodiesel common rail da 2.2 litri e 143 CV.

La SportCoupé è la prima coupé del segmento premium a proporre anche una motorizzazione diesel. Le coupé che proponevano all’epoca motori diesel erano costruite fino a quel momento solo da Case generaliste (Renault, Peugeot, ecc.). Dopo questo exploit, anche altre Case si cimenteranno in tale particolari applicazioni.
In ogni caso, tutti i motori proposti erano accoppiati con un cambio manuale a 6 marce. A richiesta, però, era possibile avere il cambio Sequentronic a 6 rapporti, che poteva funzionare in due modalità: meccanico ad innesti sequenziali oppure totalmente automatico. Come ulteriore alternativa si poteva avere il classico automatico NAG a 5 rapporti.

Evoluzione della SportCoupé

La produzione venne quindi avviata in pompa magna, anche se non mancarono critiche relative al prezzo troppo alto.
Nel 2002 vi furono diverse novità: prima di tutto, alla base della gamma, la C180 venne sostituita dalla C180 Kompressor, dotata dello stesso motore della C200 Kompressor, ma depotenziato a 143 CV. Lo stesso motore venne montato anche sulla C230 Kompressor, ma la potenza venne portata a 192 CV, pensionando quindi il precedente 2.3 sovralimentato. Inoltre, debuttarono due nuovi modelli al top della gamma: la C320 V6 SportCoupé, con un motore da 3.2 litri e 218 CV, e la C30 CDI AMG SportCoupé, dotata di un 3 litri turbodiesel da 231 CV, lo stesso che equipaggiava la C30 CDI AMG berlina. Tale versione era equipaggiata con un cambio automatico NAG a 5 rapporti.
Nel 2003 la quasi totalità della gamma venne proposta in tre livelli di allestimento: Classic, Elegance ed Avantgarde. Le sole ad essere proposte nei soli allestimenti Elegance ed Avantgarde furono la C320 V6 e la C30 CDI AMG. Contemporaneamente debuttò la C200 CGI SportCoupé, praticamente una C200 Kompressor con alimentazione ad iniezione diretta: qui la potenza massima raggiungeva i 170 CV. Un’altra novità fu la C32 AMG SportCoupé, equipaggiata da un 3.2 litri a benzina con compressore volumetrico e potenza massima di ben 354 CV. Tale versione, però, non venne importata in Italia. Un altro modello non destinato inizialmente al nostro Paese fu la C200 CDI SportCoupé, mossa da una versione depotenziata del 2.2 litri turbodiesel già presente nella C220 CDI, e che in questo caso vedeva la sua potenza massima fermarsi a 122 CV.
Nel marzo del 2004 vi fu il restyling, in concomitanza con quello della gamma W203/S203: lievissime le modifiche esterne apportate, come per esempio i fari anteriori con cristalli trasparenti ed alcuni aggiornamenti al paraurti anteriore. In questa occasione, la C200 CDI SportCoupé venne proposta anhe per il mercato italiano, mentre la C220 CDI vide la sua potenza lievitare a 150 CV.
Nel 2005, vi furono diverse novità: alla base della gamma venne introdotta la C160 SportCoupé, spinta da un 1.8 aspirato da 122 CV; la C230 Kompressor venne rimpiazzata dalla C230 V6 SportCoupé, mossa da un V6 da 2.5 litri e da 204 CV di potenza massima. Inoltre, la C320 V6 e la C32 AMG vennero sostituite da un modello intermedio, la C350 V6 con motore da 3.5 litri e 272 CV. Infine, scomparvero dal listino la C30 CDI AMG e la C200 CGI, senza essere più sostituite da alcun altro modello.
Nel 2006 venne tolta di produzione la C160: da quel punto in poi, la gamma non subì più particolari aggiornamenti e rimase invariata fino alla primavera del 2008, quando subentrò la nuova gamma CL203, denominata CLC. In poco più di sette anni di produzione, dalle linee di montaggio sono usciti circa 320 mila esemplari di CL203 C-Sportcoupè.

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Mercedes-Benz Classe CLC CL203

(2008 –> 2011)

http://it.wikipedia.org/wiki/Mercedes-Benz_Classe_CLC

Tipo principale: coupé

Produzione: dal 2008 al 2011

Sostituisce la: Mercedes-Benz Classe C SportCoupé

Lunghezza: 450 mm

Larghezza: 1.730 mm

Altezza: 1.410 mm

Passo: 2.720 mm

Massa: Da 1.400 a 1.475 kg

Assemblaggio: Juiz de Fora, Brasile

Stessa famiglia
Mercedes-Benz W203
Mercedes-Benz W209
Mercedes-Benz R171

Concorrenti
Alfa Romeo GT
BMW Serie 1 Coupé
Renault Mégane III Coupé
Volkswagen Scirocco
Volvo C30

La Classe CLC (o semplicemente CLC) è un’automobile coupé di fascia media prodotta e commercializzata da Mercedes-Benz dal 2008 al 2011. Rappresenta l’evoluzione della Mercedes-Benz Classe C Sportcoupè, che era sul mercato dal 2000 e aveva ottenuto un tiepido riscontro da parte del pubblico.

Storia

La continuità tra la CLC ed il modello che l’ha preceduta è evidente non solo dalle forme generali della carrozzeria e dagli schemi meccanici adottati, ma addirittura dalla sigla di progetto, che anche in questo caso rimane immutata: CL203.

Nella primavera del 2008, la SportCoupé subisce una serie di rivisitazioni molto marcate rispetto a quanto accaduto con il restyling occorso alla SportCoupé stessa nel 2004. Questa volta, oltre alle novità esteriori e di meccanica, vi è anche un cambio nella denominazione, che diviene CLC, o meglio, Classe CLC. Strutturalmente, la vettura è la stessa, in quanto il pianale e la meccanica rimangono quelli della Classe C W203, ma esteriormente, cambiano soprattutto il frontale, stilisticamente ispirato a quello della Classe C W204, entrata in produzione l’anno prima, e la coda, che sfoggia nuovi gruppi ottici più avvolgenti, a forma di falce ed a sviluppo orizzontale. Sempre in coda, va notata anche un’altra novità, vale a dire il lunotto non più in due pezzi, ma in un pezzo unico.

Il ridisegnamento di frontale e coda ha comportato un allungamento del corpo vettura, passato dai precedenti 4.343 m della SportCoupé a 4.448 m di lunghezza per il nuovo modello.

Date queste caratteristiche, meccanicamente e strutturalmente la CLC è una delle vetture più datate della gamma Mercedes-Benz alla vigilia degli anni ’10 del Duemila. L’unica novità di rilievo dal punto di vista tecnico sta nell’arrivo del dispositivo di sterzata attiva, disponibile di serie solo nell’allestimento Sport, il più completo. Gli altri due allestimenti sono denominati SC e Chrome e non prevedono lo sterzo attivo nella dotazione standard.

Internamente, sembra di trovarsi a bordo della precedente SportCoupé, dal momento che a grandi linee non vi sono state grosse novità, se non nel ridisegnamento della strumentazione, in chiave più moderna, ed anche della consolle centrale, in particolare per quanto riguarda l’impianto hi-fi e di navigazione.

Al suo debutto, la CLC è disponibile praticamente nelle stesse motorizzazioni che hanno visto la SportCoupé uscire di produzione. L’unica differenza stava nella nuova CLC 200 Kompressor, il cui motore da 1.8 litri (lo stesso della precedente C200 Kompressor SportCoupé) è stato portato da 163 a 184 CV. Si tratta dell’unico punto di contatto con la gamma delle berline W204.

In definitiva, quindi, questa era la gamma di esordio della CLC:

  • CLC 180 Kompressor, con motore 1.8 sovralimentato da compressore volumetrico ed in grado di erogare 143 CV;
  • CLC 200 Kompressor, che monta lo stesso motore della CLC 180, ma con potenza massima di 184 CV;
  • CLC 230 V6, equipaggiata dal V6 aspirato da 2.5 litri con 204 CV di potenza massima;
  • CLC 350 V6, equipaggiata da V6 aspirato da 3.5 litri e 272 CV;
  • CLC 200 CDI, equipaggiata dal turbodiesel common rail da 2.2 litri e 122 CV;
  • CLC 220 CDI, equipaggiata dallo stesso motore della CLC 200 CDI, ma portato a 150 CV.

La totalità della gamma è prevista di serie con il consueto cambio manuale a 6 rapporti: per le versioni con motore a 4 cilindri è disponibile a richiesta un cambio automatico a 5 rapporti, mentre le versioni con motore V6 possono essere richieste con il più moderno cambio 7G-Tronic a 7 rapporti.

Evoluzione della CLC

Nel 2009 si hanno le prime novità: la CLC 230 cambia nome e diventa CLC250, ma senza altre variazioni di rilievo. Nello stesso anno la gamma si arricchisce con l’arrivo della nuova versione di base, la CLC 160 BlueEfficiency, un 1.6 molto economo ed in grado di erogare 129 CV di potenza massima.

Nel 2010, nell’ottica di un vicino pensionamento del modello, le versioni a gasolio vengono tolte dalla vendita in alcuni mercati, tra cui quello tedesco, ma non in altri, tra cui quello italiano. Nel nostro Paese, quindi, le CLC diesel continuano ad essere commercializzate.

La produzione della CLC termina nel febbraio 2011: gli ultimi esemplari vengono fatti smaltire fino alla tarda primavera

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Mercedes-Benz Classe A (W176)

(2012 –>  )

La sigla Mercedes-Benz W176 rappresenta la terza generazione della Mercedes-Benz Classe A, un’autovettura di segmento C prodotta dalla casa automobilistica Mercedes-Benz a partire dal 2012. Rappresenta attualmente la gamma d’accesso della casa tedesca.
Pur riprendendo la denominazione commerciale di Classe A, l’impostazione e la filosofia del modello sono profondamente diverse dal modello che va a sostituire.

Storia e profilo
Nascita e debutto

Un primissimo assaggio di alcuni dei tratti stilistici che avrebbero caratterizzato la terza serie della Classe A si ebbero all’inizio del 2009 con la presentazione al Salone dell’automobile di Detroit della Concept BlueZero, la quale, pur mantenendo un’impostazione da monovolume, racchiudeva in se’ alcune soluzioni adottate in seguito dalla W176 e dalla più grande W246 (ossia la seconda generazione della Classe B. Fu quindi già a partire da quello stesso anno che la stampa specializzata diffuse i primi rendering grafici relativi alla terza generazione della Classe A, in base alle indiscrezioni filtrate dalla Daimler AG. Da tali rendering si intuì il fatto che il nuovo modello d’accesso alla gamma Mercedes-Benz avrebbe abbandonato la configurazione da monovolume compatta a favore di un’inedita (per marchio della stella a tre punte) vettura compatta a 2 volumi, sul modello dell’Audi A3 e della Giulietta (che diverranno due della sue principali concorrenti). L’esigenza di affrancarsi dalle linee e dall’impostazione del precedente modello è stata dettata da più necessità: in primis, quella di attirare un pubblico più giovane, ponendo l’auto come gamma d’accesso, e al contempo insediarsi nella concorrenza del segmento di Audi A3 e BMW Serie 1 (entrambe rinnovate nel periodo tra il 2011 e il 2012). In secondo luogo, ma non meno importante, tale scelta è stata dettata da esigenze puramente economiche: un pianale a sandwich, sul quale sarebbe stato possibile dar luogo ad una nuova monovolume erede delle precedenti Classe A, è infatti molto più costoso e complesso da realizzare rispetto ad un pianale classico e non va trascurato quindi anche il problema della riduzione dei costi, assai spinoso in un periodo di recessione del mercato automobilistico come quello in cui la W176 è stata progettata e lanciata.
Al Salone di Shanghai dell’aprile 2011 è stata presentata la Concept A-Class, prefigurazione del modello di serie, sebbene molti particolari non fossero ancora quelli definitivi, come per esempio il disegno dei fari anteriori e posteriori, i paraurti. Ciò che invece è stato comunicato con precisione attraverso la Concept A-Class è stata l’impostazione di massima della vettura, nonostante la necessità di ridisegnare svariate componenti esterne: definitivi erano infatti il disegno del lunotto, il corpo vettura dalla linea di cintura alta, la calandra che si richiama al nuovo corso stilistico della Casa tedesca (sebbene anche quest’ultima avrebbe subito alcune rivisitazioni nel passaggio alla versione di serie). Contemporaneamente, anche al Salone di New York è stato esposto un secondo prototipo identico al primo. Alcuni mesi dopo, la Concept A-Class è stata esposta anche al Salone di Francoforte, tenutosi a settembre.
La presentazione del modello definitivo si è avuta nel marzo del 2012 al Salone di Ginevra, mentre la produzione è cominciata il 16 luglio, in piena estate, presso lo stabilimento Mercedes-Benz di Rastatt. Inoltre, la Casa tedesca ha già preso accordi con la finlandese Valmet per la produzione della W176 anche in terra scandinava.

Design esterno ed interno

Vista laterale

Come già anticipato, la terza generazione della Classe A rompe con il passato su tutti i fronti: al posto della classica e tranquillizzante monovolume, assai apprezzata dal pubblico femminile in entrambe le prime due serie, subentra una più grintosa berlina 2 volumi dalle linee aggressive, tracciate dai contemporanei dettami stilistici della Casa tedesca, dettami proposti dall’equipe diretta dal responsabile del design Mercedes-Benz, Gorden Wagener, la quale ha saputo creare un corpo vettura molto profilato, che vanta un Cx pari ad appena 0.26, il che la colloca al top nel suo segmento di mercato. La nuova ed inedita impostazione della carrozzeria è visibile anche sul fronte degli ingombri: la vettura misura 4.29 metri di lunghezza (41 centimetri in più del modello sostituito), 1.78 metri di larghezza (2 centimetri in più) e 1.43 metri di altezza (ben 16 centimetri in meno). Si tratta in assoluto della prima Mercedes-Benz di segmento C.
Il frontale della W176 è dominato dalla grande calandra trapezoidale a sviluppo orizzontale introdotta in tutti i modelli prodotti dall’inizio del secondo decennio del XXI secolo. Ai suoi lati trovano posto i grandi gruppi ottici, anch’essi con un taglio moderno e parzialmente "coperti" nella zona centrale dalle estremità della calandra stessa. Essi possiedono la tecnologia a led, affinata secondo i più moderni dettami, in modo da poter conferire anche un carattere aggressivo alla vista d’insieme. Quest’ultima può essere nera con due listelli orizzontali cromati oppure interamente coperta da una griglia a nido d’ape (nell’allestimento Premium). stesso discorso per lo scudo paraurti, disponibile in due configurazioni, entrambe decisamente grintose, ma che con l’allestimento Premium diventa ancor più aggressivo. Il cofano motore, decisamente spiovente e filante, è solcato da tre nervature, una centrale e due ai lati. La vista laterale mostra le due nervature lungo la fiancata e gli indicatori di direzione a V, mentre la linea di cintura piuttosto alta conferisce una sensazione di robustezza alla vista d’insieme. Nell’insieme è la prospettiva attraverso la quale meglio risalta il mix di curve e spigoli ideato dagli stilisti Mercedes-Benz. La coda è caratterizzata da superfici concave e convesse che circondano un lunotto non molto ampio e con lato inferiore sviluppato a V, come nel prototipo dell’anno prima. Sotto di esso trovano posto i due gruppi ottici di forma pentagonale irregolare ed ancora più in basso vi è il massiccio paraurti posteriore, anch’esso disponibile nella variante più aggressiva in abbinamento all’allestimento Premium: quest’ultima è anche caratterizzata da due prese d’aria ai lati.
Gli interni miscelano sapientemente eleganza e sportività assieme, con una certa prevalenza di quest’ultima: tale aspetto è visibile per esempio nei sedili profilati con poggiatesta integrato, oppure nelle bocchette di aerazione dal disegno aeronautico, proposte due anni prima nella supersportiva SLS AMG e poi via via diffuse in molti altri modelli della Casa tedesca. Una particolare caratteristica della plancia è il suo disegno "ad ala" che la taglia trasversalmente in due parti. La strumentazione è a due strumenti circolari, dal disegno differente a seconda del livello di allestimento, mentre il volante multifunzione è a tre razze, dal disegno sportivo e dotato di un ricco set di ben 12 tasti. Il controllo delle funzioni multimediali avviene tramite il sistema Comand, governabile attraverso la manopola posta sul tunnel centrale e che interagisce con il conducente attraverso il grande display posto sulla sommità della console.
Discreta la capacità del bagagliaio, che però non è ai massimi livelli, essendo limitata a 341 litri, ma che in ogni caso può essere ampliata abbattendo il divano posteriore e portando così la capacità a 1.157 litri.

Struttura, meccanica e motori

Vista posteriore

Strutturalmente, la terza generazione della Classe A sfrutta lo stesso pianale della W246 presentata l’anno prima a Francoforte. Tale pianale, noto come pianale MFA, non possiede più la caratteristica struttura "a sandwich" riscontrabile sulle due precedenti generazioni della Classe A e sulla precedente Classe B, ma si tratta di un pianale del tutto nuovo, per certi versi meno raffinato, ma ugualmente moderno e frutto di accurati studi sulla sicurezza passiva ed attiva. Lo schema tecnico prevede comunque la trazione anteriore (come nella Classe B) ed il motore in posizione anteriore trasversale.
L’avantreno è del tipo MacPherson, mentre il retrotreno è a doppi bracci trasversali. Sui due assi sono presenti ammortizzatori (a doppio tubo davanti e monotubo dietro) e molle elicoidali. L’impianto frenante prevede freni a disco sulle quattro ruote, con quelli anteriori del tipo autoventilante e quelli posteriori pieni. Lo sterzo di tipo elettromeccanico prevede una servoassistenza elettrica con il motorino posto sulla scatola sterzo, in modo da migliorare le doti di precisione di guida.
Al suo debutto, la Classe A W176 viene proposta in sei motorizzazioni:

  • A180: versione di base equipaggiata con il motore M270 da 1595 cm³, con sovralimentazione tramite turbocompressore e potenza massima di 122 CV;
  • A200: versione intermedia tra quelle a benzina, spinta da una variante potenziata a 156 CV del motore della A180;
  • A250: versione di punta, dotata del 2 litri M270, un motore da 1991 cm³ con turbocompressore e potenza di 211 CV;
  • A180 CDI: versione a gasolio equipaggiata a scelta con due motori: il motore OM651DE18LA da 1796 cm³ e 109 CV di potenza, oppure il motore OM607DE15LA, una nuova unità da 1461 cm³, sempre da 109 CV e nata dalla collaborazione con la Renault e derivata da quelle utilizzate dal gruppo Renault-Nissan per i suoi modelli di fascia media e bassa;
  • A200 CDI: versione a gasolio spinta dal motore OM651 da 2143 cm³ già proposto su molti altri modelli della Casa, e che raggiunge una potenza massima di 136 CV.

Per quanto riguarda le varianti di cambio previste, la W176 prevede di serie il cambio 7G-DCT a doppia frizione sulla A250 e sulla A180 CDI con motore 1.8, mentre nelle altre versioni è previsto di serie il cambio manuale a 6 marce.

Allestimenti e dotazioni

L’equipaggiamento di serie, molto completo, prevede di serie per tutte le versioni: ABS, ASR, ESP, BAS, doppio airbag frontale a due stadi di attivazione, airbag per le ginocchia e per il bacino, luci di emergenza ad attivazione automatica, climatizzatore automatico, freno di stazionamento elettrico, servosterzo ad incidenza variabile, volante regolabile in altezza ed in profondità, vetri elettrici, impianto hi-fi con presa USB, display multifunzione, volante multifunzione, retrovisori esterni regolabili elettricamente e riscaldabili.
In praticolare, quanto appena elencato fa parte del livello di allestimento di base, denominato Executive e che tra l’altro consente di avere la configurazione ecologicamente più sostenibile, visto che è possibile avere la vetture con dei cerchi da 15 pollici dal disegno specifico per migliorare l’aerodinamica e quindi contribuire ad un leggero miglioramento nei consumi e nelle emissioni. In particolare, se tali dotazioni sono abbinate al nuovo motore 1.5 OM607, le emissioni inquinanti di CO2 scendono ad appena 98 g/km, facendo della W176 la prima Mercedes-Benz a scendere sotto la soglia dei 100 g/km di anidride carbonica.
Il livello di allestimento immediatamente superiore, denominato Sport, prevede il pacchetto Urban, comprendente tra l’altro i sedili sportivi in ecopelle, i pannelli porta in ecopelle, il volante in pelle, mascherina sportiva a due lamelle, strumentazione a quadranti argentati con indicatori rossi, cerchi in lega da 17 pollici e terminale di scarico sdoppiato.
Il livello di allestimento di punta è invece denominato Premium e comprende tra l’altro il pacchetto AMG Sport che include per esempio: cerchi in lega da 18 pollici, dischi anteriori forati con scritta Mercedes-Benz, assetto ribassato, sterzo rivisitato in chiave sportiva, sedili sportivi in ecopelle e kit aerodinamico (paraurti anteriore e posteriore, minigonne, ecc.). Completano il quadro il sistema hi-fi con telefono integrato e tecnologia Bluetooth e le sospensioni attive.
Tra gli optional più interessanti va invece segnalato il pacchetto MAP Pilot che comprende il navigatore satellitare ed il kit Supersport, votato ad una caratterizzazione marcatamente sportiva della vettura.

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BMW Serie 3 Compact E36

Posted by Dr. Pianale su 20 marzo 1994

(Storia delle BMW Compatte)

BMW Serie 3 Compact (E36/5)

(1994 – 2000)

Origini e motivazioni

Lo strapotere di vetture come le Volkswagen Golf e le Ford Escort, che la facevano da padrone all’inizio degli anni ’90 spinse la Casa bavarese a studiare una vettura di fascia media o medio-bassa da contrapporre a tali vetture. La BMW non ha mai avuto una grande tradizione in tale settore: le vetture più recenti tra quelle considerabili di fascia media erano le BMW Touring di vent’anni prima, che tra l’altro non riscossero un gran successo. Era necessario quindi proporre una vettura a prezzo ragionevole per far guadagnare credibilità alla BMW anche in un segmento poco conosciuto alla Casa stessa. Per rimanere competitiva doveva contenere i prezzi e l’unico modo per farlo era di prendere come base una vettura già esistente, in modo da risparmiare sui costi di progettazione.

  • Lunghezza: 4.210 mm
  • Larghezza: 1.700 mm
  • Altezza: 1.390 mm
  • Passo: 2.700 mm
  • Peso: 1.140-1.255 kg

Concorrenti 
Alfa Romeo 146
Audi A3
Citroën ZX
Fiat Brava
Ford Escort
Lancia Delta
Opel Astra
Peugeot 306
Renault Mégane
Rover 200
Volkswagen Golf

Data la situazione, la BMW non aveva scelta: i modelli più economici che aveva in quel momento in listino erano quelli della Serie 3 E36, e più in particolare la 316i con propulsore da 1.6 litri. Si scelse pertanto di partire proprio dalla fortunata berlina medio-alta.
All’inizio la stampa vociferava di un’imminente arrivo di una Serie 2, ma il prodotto finale, lanciato nel 1994, fu battezzato Serie 3 Compact, come per voler sottolineare la stretta parentela con la "sorella maggiore".
Rispetto a quest’ultima, la nuova Serie 3 Compact si distingueva soprattutto per un particolare: la coda era infatti stata tagliata di circa 22 cm e la nuova vettura appariva quindi come una berlina a due volumi e mezzo e a tre porte (due laterali più il portellone d’accesso al vano bagagli). Non fu mai commercializzata, invece, con carrozzeria a cinque porte. Tecnicamente, al posto della sospensione posteriore di tipo multilink delle altre serie 3 E36, la Compact montava una sospensione a bracci oscillanti, di concezione analoga a quella utilizzata dalla serie 3 E30. Anche la componentistica della plancia era molto simile a quella della serie 3 E30. Il passo è stato mantenuto intatto a 2.70 m di lunghezza, in modo da consentire un’abitabilità pari a quella della berlina a 4 porte.
Inizialmente, la Serie 3 Compact fu proposta in due versioni: la più economica era la 316i Compact, con motore a 4 cilindri in linea da 1596 cc in grado di erogare 102 CV. L’altra versione era la 318ti Compact, equipaggiata sempre da un 4 cilindri in linea, ma della cilindrata di 1796 cc e con potenza massima di 115 CV.
Le rispettive velocità massime sfioravano i 190 ed i 210 km/h, dimostrandosi così molto valide anche su tale fronte. Dal punto di vista meccanico, inoltre, la Serie 3 Compact era già all’epoca l’unica vettura di fascia medio-bassa a trazione posteriore e ciò la rendeva un oggetto particolare.
In realtà, nonostante molti validi contenuti, la Serie 3 ottenne un successo piuttosto moderato, probabilmente perché vista come una "Serie 3 dei poveri", ma anche perché a metà anni ’90 le vetture di fascia media a due volumi e mezzo stavano perdendo rapidamente mordente presso il pubblico. Basti pensare che anche una delle sue principali rivali, l’Alfa 145, non ottenne un riscontro di gran rilievo e così anche la sua parente più stretta, ossia la Fiat Bravo.
Insomma, è stato un periodo nero per le vetture dotate di tale impostazione estetica.

A nulla valse il tentativo della BMW di proporre una versione rinnovata della 318ti Compact, stavolta equipaggiata dal 1.8 16V da 140 CV montato sulla 318is berlina, e neppure il proporre una versione decisamente brillante, ossia la 323ti Compact (con motore da 2495 cc e 170 CV di potenza max) da 230 km/h, servì a rilanciare la Compact. Stessa scarsa efficacia ebbe anche l’introduzione delle 318 tds Compact, con motore turbodiesel da 1665 cc da 90 CV e 175 km/h di velocità massima. La prima serie della Compact si avviò così a fine produzione, avvenuta nel 2000.


BMW M3 Compact E36

BMW M3 Compact E36

La Storia delle vetture BMW della divisione Motorsport è affascinante e, a volte, le informazioni più vecchie sono difficili da trovare perché si perdono nel passato.

Quanti di voi erano a conoscenza della M3 Compact E36? Probabilmente la mano la posso sollevare io e pochi altri intimi, ma la Storia di BMW è anche fatta da questa autovettura.

La M3 E36 3.2 fu esposta per la prima volta al Motor Show di Francoforte 1995, ma la versione nordamericana non fu presentata fino al salone New York del 1996. La M3 E36 3.2 è stata immediatamente prodotta nella versione Coupé e Cabrio e successivamente berlina a quattro porte.  Come l’originale M3 E36 3.0 litri, i modelli 3.2 litri furono dotati di due propulsori diversi, uno per il Nord America (S52) e un secondo per l’Europa e il resto del mondo (S50 B32).

Ma è qui che la vicenda diventa interessante e poco conosciuta. La divisione Motorsport costruì una variante in più, la quarta, rispetto a quello che normalmente si conosce: una BMW M Compact o BMW M hatchback come viene chiamata più comunemente negli stati unitigli Stati Uniti. La cosa è ancora più interessante è il fatto che BMW ha costruito questa vettura in onore del 50esimo compleanno della rivista tedesca Auto Motor und Sport.

La BMW M3 Compact E36 3.2 era spinta del motore europeo S50 B32 e caratterizzata da una cambio Getrag a sei marce manuale. Per distinguerla dalle altre M3 già in listino aveva una configurazioni a 4 scarichi che fu poi ripresa successivamente della M3 di regolare produzione.

La M3 Compact aveva le sospensioni tarate specificamente dalla Motorsport perché la ciclistica era ancora ancora quella della E30 e non quella della E36 (tali modifiche e regolazioni servirono poi per definire le Z3 M Roadster e Coupé che erano identiche alla Compact), i freni della M3 di produzione e i cerchi M da 17” . Montava anche il pacchetto aerodinamico M-Technic e verniciatura rossa: All’interno era stato montato il cruscotto della M3 E36 (diverso da quelle della Compact di serie che derivava dal cruscotto della E30), sedili Recaro Racing in tessuto nero e rosso e le cinture di sicurezza a 4 punti. Completava il tutto il volante in Alcantara e il pomello del cambio M3.

Negli anni successivi molti privati e preparatori infilarono nel cofano della Compact il motore delle M3 E36 in listino per sfruttarne, soprattutto nelle competizioni, la maggiore leggerezza e semplicità rispetto alla versione Coupé. Furono realizzate anche una Compact con il V8 4.6 della M5 e addirittura una Compact M356 V12 con il motore a dodici cilindri della Serie 7

La BMW M3 Compact è stata descritta sulla rivista Auto Motor und Sport nel 1996 e una scansione dell’articolo “Il Processo Breve” è riportata qui sotto.

(Fonte: BMWblog.com )

BMWcompatte02

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BMW Serie 02 Touring E6

Posted by Dr. Pianale su 20 marzo 1971

(Storia delle BMW Compatte)

BMW Serie 02 Touring (E6)

(1971 – 1974)

(da Wikipedia)

La Serie Touring è una famiglia di autovetture di fascia medio-alta prodotte dalla BMW tra il 1971 ed il 1974.

Esemplari prodotti: 31.195

  • Lunghezza: 4.110 mm
  • Larghezza: 1.590 mm
  • Altezza: 1.380 mm
  • Passo: 2.500 mm
  • Peso: da 900 a 1.000 kg

Concorrenti:
Lancia Beta
Renault 16

Storia

Le origini si della Serie Touring sono da ricercare nell’acquisizione della Glas da parte della BMW, avvenuta nel 1966: in quel periodo fu lanciata una vettura prodotta dalla Glas stessa, ma con motore BMW, e che fu venduta sempre con marchio BMW con il nome di BMW 1600 GT. Era una vettura che proponeva carrozzeria coupé. Ma non incontrò molto successo e dopo poco tempo fu pensionata. Alla BMW, però, venne un’idea decisamente fuori dalle righe e riprese a lavorare ad una vettura che in un certo qual modo ne prendesse il posto, proponendo nello stesso tempo qualcosa di particolare.

La Serie Touring (sigla di progetto E6) viene così lanciata nel 1971, nelle versioni 1600, 1800, 2000 e 2000 Tii. Si tratta di una versione "corta" della Serie 02 da cui deriva, con carrozzeria a due volumi, due porte e portellone posteriore. Riprendeva cioè il tipo di carrozzeria proposto dalla 1600 GT, ma rivista in modo da avere la parte posteriore più spaziosa, una sorta di incrocio tra una station wagon ed una coupé: la vettura che più le si avvicinava era la Renault 16, già in listino fin dal 1965, ma dotata di cinque porte. Alla fine dei conti, però, la vettura era considerabile come una berlina a tre porte, una delle prime, se non la prima in assoluto. Era in pratica una compact (soluzione che BMW riproporrà, con deludenti risultati, negli anni novanta sulla BMW Serie 3 Compact). Durante la sua produzione la serie Touring non fu mai sottoposta a restyling di alcun tipo.
Esteticamente riprendeva tutti i caratteri della Serie 02, compresi i tondi fari posteriori.
Anche le motorizzazioni erano le stesse dei corrispondenti modelli a tre volumi. Sulle 1600, 1800, 2000 e 2000 tii vengono quindi riproposti i motori a 4 cilindri in linea da 1573, 1766 e 1990 cc, ed in grado di erogare rispettivamente 85, 90, 100 e 130 CV di potenza massima. Sulla 2000 tii l’alimentazione era ad iniezione meccanica Kugelfischer, mentre nelle altre versioni era a carburatore.
Vi era anche un’altra versione nella gamma iniziale della Serie Touring, e cioè la 2000 Touring Automatic, dotata di cambio automatico. Le altre Touring montavano invece un cambio manuale a 4 marce.
La Touring non ottenne però successo e nel 1974 fu tolta di produzione per essere rimpiazzata dalla 1500, con la quale si ritornava alla classica carrozzeria tre volumi e due porte, ma il motore era una versione depotenziata del 1.6 utilizzato sulle 1600. La serie Touring ebbe il torto di essere troppo avanti rispetto ai tempi: oggigiorno una vettura con simili caratteristiche avrebbe sicuramente molto più successo.

Versioni speciali

Della pur sfortunata Touring furono approntate alcune versioni speciali, che si contano sulle dita di una mano. Sono le BMW Touring Alpina, che montano la meccanica sovralimentata della 2002 Turbo in grado di erogare fino a 170 CV. Anche esteticamente riprendono la potentissima versione di punta della Serie 02. Ne sono state prodotte solo 4.

BMW 02 Touring E6BMW 02 Touring E6 BMW 02 Touring E6 BMW 02 Touring E6

BMW 02 Touring E6 BMW 02 Touring E6 BMW 02 Touring E6

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