Leptis Magna è indubbiamente una delle più preziose eredità che l’impero romano ci ha lasciato. La città fu fondata dai Fenici ed in breve tempo divenne uno dei porti più importanti e ricchi del Mediterraneo: qui arrivavano da tutta l’Africa oro, avorio, schiavi e prodotti dell’agricoltura destinati alle città d’Europa. L’imperatore Settimio Severo, nato qui, la rese una delle più fastose metropoli del tempo, facendovi costruire imponenti edifici. Per quasi duemila anni le dune di sabbia hanno protetto questo immenso patrimonio archeologico, che oggi si presenta ai visitatori in tutto il suo splendore. Ammireremo le Terme di Adriano, le più grandi al mondo dopo quelle di Roma, dove ancora oggi è possibile ammirare I vari ambienti: la piscina, il frigidarium ed il calidarium. Percorreremo Il portico colonnato che cinge il foro, su cui si affaccia l’imponente Basilica dei Severi, ricca di fregi e sculture. Arriveremo, quindi, al monumento principale di Leptis Magna, il suo grandioso teatro, dalle. cui file più alte si può godere di un panorama mozzafiato sul mare e sulle rovine della città. Nonostante sia stato costruito circa due mila anni fa, possiamo ammirare ancora oggi l’auditorium, l’orchestra, e le decine di statue e bassorilievi in marmo. Durante la visita, potremo assaporare un pranzo a base di specialità locali all’interno di un tipico campo tendato appositamente allestito presso il sito archeologico.








Leptis Magna
Arco di Settimio Severo
L’arco di Settimio Severo è uno dei monumenti più celebri di Leptis, ottimo per farsi una prima idea degli eccessi architettonici della città. Fu eretto nel 203 d.C., in occasione di una visita dell’imperatore Settimio Severo alla sua città natale, per rendere onore a lui e alla sua famiglia. Fatto inconsueto per l’epoca, il nucleo della struttura fu costruito in pietra calcarea e poi rivestito in marmo. L’opera che oggi tutti possono vedere è in realtà una semi-fedele ricostruzione dell’antico monumento, al pieno recupero del quale gli archeologi stanno tuttora lavorando. L’arco è costituito da quattro imponenti pilastri che sorreggono una copertura a cupola. Ciascuna delle quattro facciate esterne dei pilastri era affiancata da due colonne corinzie, tra le quali erano scolpite decorazioni in rilievo rappresentanti le saldissime virtù e le grandi imprese dell’epoca dei Severi. Nel punto di intersezione tra la cupola e i pilastri si possono notare delle aquile con le ali piegate, uno dei simboli della Roma imperiale. Sopra le colonne si trovano due bei pannelli che riproducono nei dettagli processioni trionfali, riti sacrificali e lo stesso Settimio Severo che tiene per mano il figlio Caracalla. Sulla facciata interna delle colonne sono riportate scene di campagne militari, cerimonie religiose e immagine della famiglia dell’imperatore.















Teatro
Il teatro di Leptis è uno dei più antichi teatri in pietra del mondo romano e il secondo dell’Africa per dimensioni (dopo quello della libica Sabratha). La sua costruzione venne iniziata tra il primo e il secondo secolo d.C., sul sito di una precedente necropoli punica utilizzata tra il V e il III secolo a.C. L’elemento che si può definire più stupefacente di queste colossale monumento è il palcoscenico, che presenta un fondale con tre nicchie semicircolari ed è circondato da un triplice ordine di colonne risalenti all’epoca di Antonino Pio (138–161 d.C.). Il palcoscenico era decorato con centinaia di scultore che, tra i vari soggetti, ritraevano divinità, imperatori e cittadini illustri. Due di esse sono tuttora nella loro posizione originaria: la statua di Bacco, ornata da viti e foglie, e quella di [Eracle], con la testa ricoperta da una pelle di leone. I sedili riservati ai notabili della città stavano subito sopra l’orchestra ed erano separati da quelli del pubblico pagante da una massiccia balaustra di pietra, aggiunta nel 90 d.C., mentre i posti più popolari furono scolpiti nella roccia all’epoca della costruzione del teatro. In cima alla cavea si trovavano alcuni tempietti e un colonnato di marmo cipollino.

























Il mercato di Leptis Magna
Il mercato si tratta di uno degli spazi più belli e singolari di Leptis Magna, con due padiglioni ottagonali ricostruiti, al riparo dei quali venivano allestite le bancarelle che vendevano i prodotti dei mercanti e dei contadini. Secondo quanto affermano gli archeologi, il padiglione settentrionale era adibito alla compravendita dei tessuti, il che parrebbe trovare conferma nella copia di una tavola di pietra (oggi esposta al Museo di Leptis Magna), risalente al III secolo d.C., che reca le principali unità di misura: il braccio romano o punico (51,5 centimetri), il piede romano o alessandrino (29,5 centimetri) e il braccio greco o tolemaico (52,5 centimetri). Nel secondo padiglione si teneva invece il mercato ortofrutticolo. Bancarelle provvisorie venivano allestite sotto il portico sorretto da colonne che corre tutt’intorno al mercato. Il complesso venne edificato nel 9 a.C. e poi ricostruito durante il regno di Settimio Severo: alcune colonne con capitello di marmo risalgono a questa seconda epoca. Delle facciate riccamente colorate che sono rimaste, le più suggestive sono quelle importate dai navigatori di Leptis.
























Porto
Il porto era un altro elemento del quale la città non poteva prescindere nella visione urbanistica di Settimio Severo. Del faro non restano oggi che le fondamenta, ma un tempo esso era alto più di 35 metri e, a detta di alcuni storici, non era molto diverso dal più rinomato Faro di Alessandria.
Le zone meglio conservate del porto sono il molo orientale, i magazzini, le rovine di una torre di osservazione e una parte delle banchine utilizzate per il carico delle merci. Altrettanto degna di nota è l’imponente scalinata del Tempio di Giove Dolicheno. Era, questa, una divinità siriana poco conosciuta all’epoca di Settimio Severo, e si crede che la comparsa di questo tempio a lei dedicato sia dovuta al fatto che la moglie dell’imperatore fosse siriana.
























Basilica
La Basilica dei Severi è una struttura lunga 92 metri e larga 40 che sorge sul lato nord-orientale del Foro. Nata come palazzo di giustizia, aveva un’abside su entrambe le estremità, una navata centrale e due navate laterali divise da colonne di granito rosa e un tetto, forse in legno. La sua costruzione fu avviata da Settimio Severo e completata da suo figlio Caracalla nel 216 d.C. La relativa austerità della sala principale è in stridente contrasto con la stravaganza delle colonne scolpite che si innalzano a fianco delle absidi, che componevano in realtà i templi di Liber Pater (per i Romani Bacco e per i Greci Dionisio) e di Ercole (Eracle). <<L’ingresso principale si trova su uno dei lati lunghi. Di conseguenza il visitatore , nell’atto in cui si affaccia all’ingresso , si trova dinanzi a una delle due fila di colonne , e qualora volgia entrare nell’aula si trova costretto ad attraversarle>>(A.Romanini,in L’arte medievale in Italia). Su una delle quattro magnifiche colonne del Tempio di Eracle si notano dei bassorilievi rappresentanti le sue mitiche 12 fatiche. Nel IV secolo Giustiniano trasformò la basilica in una chiesa cristiana, facendo sistemare l’altare nell’abside sud-orientale. Dall’alto delle scale vicine all’angolo nord-occidentale si godono vedute mozzafiato della città.






















Foro dei Severi
L’audace progetto di trasformazione di Leptis attuato da Settimio Severo prevedeva anche la revisione della struttura del centro cittadino, che fu da lui trasferito dal foro vecchio ad uno nuovo, battezzato con il nome della dinastia imperiale. Intorno al Foro dei Severi, uno spazio aperto e pavimentato in marmo che misura 100 metri per 60, si possono ancora vedere numerosi resti che rimandano ai giorni gloriosi della città. Come voleva la grande tradizione delle piazze cittadine romane, il Foro dei Severi era circondato da portici ad arcate. Sulle facciate tra un arco e l’altro erano riprodotte teste di Gorgoni, di cui ne sono state ritrovate 70. Nella maggior parte dei casi sono rappresentazioni simboliche della dea romana della Vittoria. Oltre ad esse vi sono alcune splendide immagini di Medusa. Stranamente gli archi erano di pietra calcarea, mentre le teste erano scolpite in marmo. Di fronte alle teste rimaste intatte sono visibili alcuni pannelli verticali con iscrizioni dedicatorie che fungevano da plinti per le statue. Sul lato sud-occidentale del foro anticamente sorgeva un tempio dedicato alla Dinastia dei Severi. In epoca romana esisteva infatti la consuetudine di divinizzare gli imperatori, consuetudini chi i sudditi perpetuavano da un lato perché effettivamente credevano nella loro natura divina, dall’altro perché traevano indubbi benefici politici considerando i loro sovrani alla stregua di divinità. Oggi del tempio rimangono soltanto la scalinata, la piattaforma e un magazzino sotterraneo. Ad esso appartenevano pure alcune colonne di granito rosa che si trovano sparse per il foro.



















(continua nella Seconda Parte)
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