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SUV: strumento di sopraffazione di massa

Posted by Dr. Pianale su 26 marzo 2010

SUV: strumento di sopraffazione di massa

SUV: Un attentato alla razionalità aerodinamica

SUV: Rivoluzione in arrivo per i crash test

SUV: Perché sono più pericolosi di un auto corrispondente

 

In questo video assolutamente da non perdere si può vedere che le caratteristiche costruttive di un’automobile o di un MonoVolume sono profondamente diverse da quelle di un 4×4 o SUV a prescindere da qualsiasi dimensione o peso abbiano tali veicoli. L’altezza del pianale dalla strada nei SUV, quindi la zona di assorbimento d’urto, è più alta e NON compatibile con quella degli altri veicoli “normali” (ed è sostanzialmente identica fra berline e MV). Quindi, in caso di incidente il SUV, impatta le altre automobili una zona del veicolo che NON é stata progettata per assorbire urti e disperderne l’energia arrecando gran danno ai passeggeri dell’automobile. Quindi non ha assolutamente senso la tesi “difensiva” dei guidatori di SUV o 4×4 che esistono auto normali più grandi e pesanti delle loro. Di fatto un piccolo SUV o 4×4 “alto” potrebbe fare un grosso danno a una grossa berlina di altezza “normale”.

SUV: quando il proprietario sprovveduto si illude di avere un mezzo più sicuro sulla neve

Un Appello Accorato

SUV: Scene di ordinaria maleducazione

 
Molti proprietari di SUV parcheggiano sul marciapiede approfittando dell’altezza del loro veicolo. Quando gli si fa notare la loro maleducazione nel farlo si “difendono” dicendo che tutti parcheggiano sul marciapiede ed è una cosa diffusa a prescindere dal mezzo usato. Vero, peccato che tali proprietari si “dimenticano” che il loro veicolo è sensibilmente più largo di un’automobile prettamente cittadina e quindi gli effetti sui passanti sono differenti
 
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Parcheggiando sul marciapiede un SUV una persona con un passeggino o in carrozzina perché disabile, non ci passa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DSCF0001Mentre, nella stessa situazione, un veicolo più piccolo o di larghezza normale, crea meno problemi

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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2 Risposte to “SUV: strumento di sopraffazione di massa”

  1. La parabola del Coltello e della Sega

    La parabola del Coltello e della Sega

    C’era una volta in un paese lontano una ridente vallata e un paese felice fatto di gente laboriosa e in pace con se stessa e la natura.
    In questo ridente luogo tutte le famiglie possedevano dei coltelli: la maggioranza da cucina e come posate per mangiare e se ne stavano nella credenza pronto all’uso. Qualche poco di buono con il coltello ci andava in giro.
    Al limitar del bosco solo il falegname e il boscaiolo o chi faceva un lavoro simile aveva anche una grossa sega che teneva nel capanno degli attrezzi.
    Nessuno si sarebbe mai lontanamente immaginato di usare la sega a tavola o di tenerla alla cintola.
    Una sera il vecchio maniscalco del paese, quello che faceva più cose da più tempo, guardando i suoi denari si scervellò per trovare un modo di farne di più e pensò:
    – “In questo paese tutti hanno un coltello e pochi una sega, ma io ci guadagno di più a fare seghe! Come posso fare a vendere le seghe come coltelli?” e ci dormì su.
    Provò a vendere le sue seghe, ma nessuno le comprò non sapendone cosa fare.
    Avvilito dalla mancanza di interesse provò a portare una sega allo scemo del villaggio, l’unico che forse l’avrebbe accettata, e gli disse:
    – “Fatti vedere in giro che mangi con questa bella sega!”
    Lo scemo lo guardò con compatimento, ma unico fra tutti, prese la sega e se né andò via.
    L’anziano maniscalco tornò a casa sconsolato e vide tutti quei pezzi di metallo che aveva già acquistato per farne seghe, se non trovava il modo di venderle sarebbe stata la rovina!
    Disperato provò un altro modo. In fondo lui era il più rispettato maniscalco del villaggio, non il primo qualsiasi!
    Un giorno venne da lui per comprare coltelli il Borgomastro del villaggio…lui gli diede i coltelli e gli diede in dono una sega…
    Il Borgomastro chiese: ” E cosa me ne faccio?”
    – “Ho sentito che in paesi lontani al di là del mare usano le seghe a tavola, e sono tutti ricchi e pasciuti!” disse il maniscalco
    Dubbioso il capo del villaggio tornò a casa dalla moglie e gli fece vedere la sega e gli disse di usarla in cucina.
    Si aspettava una sonora risata, ma la moglie, contenta gli disse: “Siiii, così almeno ci distingueremo da quella smorfiosa della moglie del Dottore e dal Capo della Milizia che si credono chissà chi!”
    Subito ostentarono a tutti l’uso della sega per tagliare il pane o la carne.
    Immediatamente il Capo della Milizia e il Dottore del villaggio andarono anche loro dal maniscalco a chiedere una sega, e cominciarono ad usarla in cucina.
    Era massima soddisfazione per le mogli di queste persone importanti del villaggio usare la sega in giro, addirittura accompagnavano i bambini a scuola con la sega e si facevano ben vedere che la usavano per preparare la
    merenda per i piccini.
    Di colpo quasi tutte le comari e i villici volevano anche loro la loro bella sega da usare in cucina e per portarla in giro, ma il primo a correre dal maniscalco a ringraziarlo per la sega ricevuta in dono fu lo scemo del villaggio.
    Adesso che lui aveva la sega prima degli altri, tutti lo guardavano con rispetto e ammirazione.
    Altri maniscalchi fiutarono l’affare e l’invidia dei concittadini dalla mente più semplice e cominciarono a fare seghe da cucina, qualcuno le fece pure meglio che sembravano quasi dei coltelli, altri più grosse , qualcuno più piccole.
    Certo… usare una sega in cucina non era facile, nelle credenze non c’era posto e molti sacrificarono le altre posate, era più facile far male agli altri commensali usando una sega sul tavolo, piuttosto che un coltello da
    cucina, per tagliare il pane o la carne, ma erano dettagli: la gente voleva le seghe.
    Il boscaiolo e il taglialegna guardavano questa follia collettiva con un misto di divertimento e compatimento…loro continuavano ad andare per boschi a lavorare.
    Gli anni passarono, ma l’uso non cambiò… anzi, i maniscalchi sempre più furbi e avidi, cominciarono a fabbricare seghe che sembravano coltelli e coltelli a forma di sega, tanto che oramai era quasi impossibile dire e distinguere cos’era una sega e cos’era un coltello.
    Addirittura ci fu un Borgomastro che provo a limitare l’uso delle seghe in cucina e nelle locande per prevenire gli incidenti domestici e per aumentare l’ordine nei locali che ormai assomigliavano più a capanni degli attrezzi che a un luogo dove si dovrebbe fare e mangiare.
    Nulla da fare, anzi… il boscaiolo e il falegname dissero che in caso di gabelle sulle seghe per loro non sarebbe stato giusto, la Corporazione dei Maniscalchi si indignò pubblicamente ribellandosi a un possibile editto contro seghe che limitasse i nuovi introiti e altri si limitarono a dire che non c’è differenza fra un coltello e una sega: ognuno è libero di tagliare le cose come vuole.
    Adesso il vecchio scemo del villaggio viaggia tronfio con la sua bella sega e molti lo rispettano per essere stato il primo, moltissimi hanno la loro bella sega da tavola o da passeggio e gli scemi del villaggio sono diventati quelli che in cucina hanno ancora solo coltelli e posate e non capiscono che senso abbia tagliare il pane o far da mangiare con una grossa sega.
    C’è adesso in un paese lontano…

    Morale della Parabola?

    Guardate cosa circola per le nostre strade e città e pensate a cosa dovrebbe servire e alla relazione che c’è con l’uso che se ne si fa…

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  2. Mattinata di neve e gelo.

    http://www.automotivespace.it/fiat/se-si-intraversa-il-suv/

    Tu porti i figli a scuola e tutto prudente conduci le ruotine “antineve” del tuo trabiccolo con un occhio al tachimetro, un occhio alla strada e un occhio agli altri.

    Rimandi a memoria lo “sterzo-controsterzo” casomai ti dovessere tornare utile e con scrupolo ti parcheggi un po’ più avanti e lontano oltre la scuola ….non si sa mai, in certe condizioni meglio due passi in più a piedi….

    E poi lo vedi, lui, il SUV, 3 di 4 ruote sul marciapiede davanti al cancello della scuola. Di brutto.

    Lui si che può, che figata!

    Zompettano i figli fuori dal semi-carroarmato, ancora tiepidi e calducci raggiungono la scuola mentre io e i miei arriviamo già mezzi assiderati lungo il marciapiede innevato.
    Perché é così: c’é chi puo’ e chi non puo’… Ma la vendetta non tarda ad arrivare.

    Il “Suvista”a bordo del suo Freemont possente si vede in una distesa innevata del Canada, riparte gagliardo e sicuro di sé e del mezzo e …. UUAAAMMM!! Vola via ai 60 all’ora che, dico io, in quelle condizioni sono già da F1 e si infila lungo la strada bianca.
    Ma l’incauto non ha fatto i conti con la mitica trazione che subdolamente si rivela quando meno se lo aspetta e mi regala una delle piccole-grandi soddisfazioni della vita: vedere un SUV che si intraversa sulla strada innevata. E vaaai!

    Grande spettacolo per la mia banale utilitaria a trazione anteriore !!!

    Finita la performance sorge la domanda: a che si deve lo spettacolo? all’idiozia intrinseca del pilota? al mezzo? a tutte e due le cose assieme? e poi altre domande ancora: ma dove lo ha comperato glielo avevano detto che non era un carroarmato? e due dritte su come comportarsi per una guida ottimale gliele avranno date o no? e magari fargli un corso di guida mirato? come questo cliente ce ne sono tanti che “El gha’l SUV!” e poi non lo sanno portare o si aspettano chissacché. Pronto casamadre? rivediamo che succede nella consegna al cliente?

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